C’è tanta voglia di leggere in Italia e l’enorme successo del Salone Internazionale del Libro di Torino di quest’anno lo conferma. Un successo a tutto tondo, dal numero di visitatori registrati alle copie vendute.
Crescita strutturale
Così spiega il successo del Salone il direttore Nicola Lagioia: “C’è stato un record di visitatori, gli editori non hanno mai venduto tanti libri come in questa edizione. I numeri dicono che questa crescita c’è anno dopo anno, non è una fiammata ma una crescita strutturale”.
I visitatori quest’anno sono stati 168.732, ventimila in più rispetto l’edizione precedente tenutasi in via straordinaria l’ottobre scorso. In cinque giorni si sono tenuti circa duemila eventi di cui 200 sold-out. Ad affollare dentro e fuori il Lingotto ci sono stati tantissimi giovani e studenti (questi ultimi per la precisione erano 17.200), mentre a raccontare l’evento erano 2.500 giornalisti accreditati.
E se è vero che “Al Salone non si viene per vendere” ma per esserci, come ha affermato Giuseppe Laterza al Corriere davanti allo stand preso d’assalto per il firmacopie di Alessandro Barbero, anche gli editori possono ritenersi più che soddisfatti. Le case editrici EDT e Fazi Editore hanno registrato un aumento del 10% di vendite, Feltrinelli un +50%, Hacca +15% e Harper Collins Italia +30%. La Nave di Teseo chiude con un +62% e il Gruppo Mondadori +20% rispetto all’edizione di ottobre.
Anche le piccole librerie si stanno riprendendo dopo un periodo difficilissimo. Secondo un sondaggio di Confesercenti, quasi due librai sue tre (64%) si prospettano di chiudere l’anno con vendite stabili o in aumento rispetto il 2021. In più, il 57% di loro ha già ricominciato ad organizzare eventi in presenza o prevede di farlo a breve.
Piccole cose da migliorare
Anche se il bilancio del Salone è più che positivo, ci possono sempre essere aspetti da migliorare. Silvio Viale, presidente dell’associazione Torino Citta del Libro che gestisce l’organizzazione del Salone, sa già su cosa concentrarsi per l’edizione 2023 che si terrà dal 18 al 22 maggio. “Non avrei più voglia di ragionare in termini di numeri: la fiera c’è, funziona, che si faccia un visitatore in più o in meno mi interessa poco. Possiamo continuare a lavorare sulla qualità, più che sulla quantità, sull’internazionalizzazione, per esempio”.
E prosegue: “Dobbiamo migliorare la qualità dei progetti e dei servizi. Tocca al Comune e alla Regione: sia Lo Russo sia Cirio si sono detti disponibili e pronti a intervenire sulla struttura. Bisogna offrire al pubblico, sempre più internazionale, un’esperienza di qualità”. Primo fra tutti è il rifacimento del Lingotto, edificio che ospita il Salone: “Il Lingotto è stato progettato 50 anni fa, ormai ha problemi strutturali evidenti”.