Non sembra essere un’estate tranquilla per Anna Wintour, la celebre direttrice di Vogue America. La redazione del magazine, infatti, è in guerra aperta e minaccia di far saltare il September Issue, il numero più importante della rivista.
Salari, contratti e sindacati
Secondo alcune indiscrezioni del quotidiano britannico Daily Mail, nelle prossime settimane potrebbero scatenarsi delle proteste interne da parte dello staff che pretende un riconoscimento sindacale e salari e contratti migliori. A rischio c’è l’uscita del numero di settembre di Vogue, il più importante nel mondo della moda internazionale in cui vengono presentate le collezioni autunnali, generando così importanti entrate pubblicitarie.
Vogue America fa parte del colosso editoriale Condé Nast, di cui Wintour è anche Chief Content Officer. Condé Nast controlla anche pubblicazioni come The New Yorker, Glamour, Marie Claire, GQ, Vanity Fair e Wired.
E proprio la redazione di Wired ha dato l’ispirazione allo staff di Vogue. Il mese scorso la rivista ha perso milioni di dollari a causa della contestazione “No contract, no click” in cui i lavoratori hanno minacciato di bloccare tutti i link pubblicitari sul sito.
“Siamo fermamente convinti che tutti i dipendenti di Condé Nast meritino i diritti e le tutele di un sindacato e abbiano diritto ad un contratto equo”, aveva dichiarato lo staff di Wired. Una protesta molto riuscita, visto che nel giro di poche ore i piani alti hanno ceduto alle loro richieste.
“Il capo veste Prada, i lavoratori niente”
I guai di Condé Nast vanno avanti dall’aprile 2020, quando la casa editrice aveva annunciato tagli agli stipendi e alle ore di dipendenti e freelancer sia nella divisione americana che in quella britannica, italiana e francese.
I tagli hanno riguardato anche Anna Wintour che ha visto ridursi il suo stipendio del 20%, salvo tornare a livelli pre-pandemia già a settembre 2021. In più a inasprire i rapporti nel maggio 2021 il colosso editoriale aveva tagliato 100 dipendenti e ridimensionato ancora una volta le ore lavorative.
Se la protesta avverrà, sarà la prima protesta digitale nei 34 anni di storia della rivista a guida Wintour. Ma non sarebbe la prima in assoluto: l’aprile scorso 400 protestanti hanno fatto un picchetto sotto casa della direttrice nel West Village a New York. Gli slogan e gli striscioni denunciavano “Non si può mangiare prestigio” e “Il capo veste Prada, i lavoratori niente”.