Neuroni coltivati in vitro che giocano a Pong e l’herpes labiale che cura il cancro: questi sono i due esperimenti che potrebbero cambiare radicalmente la medicina. Vediamo come.
I neuroni in vitro che giocano a Pong ci aiutano a capire l’intelligenza
Un gruppo di ricercatori della start-up australiana Cortical Labs ha condotto un esperimento che potrebbe sembrare bizzarro ma le cui ripercussioni sono importanti. Gli studiosi hanno coltivato in vitro più di ottocentomila neuroni umani e di topo per formare una sorta di mini cervello chiamato DishBrain e gli ha insegnato a giocare a Pong, uno dei primi videogiochi della storia nato negli anni ’70.
L’esperimento dimostra l’intelligenza intrinseca delle cellule celebrali, aprendo potenzialmente nuove frontiere sullo studio di malattie come l’epilessia o la demenza, così come gli effetti dei farmaci, alcol e droghe sul cervello.
Per condurre lo studio, i neuroni sono stati collegati a un computer. I neuroni ricevevano risposte diverse in base a come muovevano la racchetta per colpire la pallina. In questo modo, i neuroni hanno ottenuto dei feedback immediati dal computer e, sulla base di questi, hanno imparato da soli a giocare a Pong in soli cinque minuti.
Karl Friston, neuroscienziato teorico dell’University College di Londra ha commentato così la scoperta: “L’aspetto bello e pionieristico di questo lavoro risiede nel fornire ai neuroni le sensazioni, il feedback e, soprattutto, la capacità di agire sul loro mondo. Sorprendentemente, le colture cellulari hanno imparato a rendere il loro mondo più prevedibile agendo su di esso. Questo è notevole perché non puoi insegnare questo tipo di auto-organizzazione semplicemente perché, a differenza di un animale domestico, questi mini cervelli non hanno alcun senso di ricompensa e punizione”.
L’herpes labiale potrebbe sconfiggere il cancro
Un’altra scoperta incredibile arriva dall’Institute of Cancer Research presso il Royal Marsden NHS Foundation Trust nel Regno Unito. I ricercatori hanno utilizzato un virus dell’herpes labiale (herpes simplex virus) geneticamente modificato e indebolito per trattare dei pazienti malati di cancro terminale. Il virus ha infettato e distrutto le cellule dannose, facendo sparire totalmente il cancro in un paziente, mentre in altri pazienti il tumore si è ridotto.
Nel 2017, a Krzysztof Wojkowski fu diagnosticato un tumore alle ghiandole salivari. Wojkowski ha preso parte all’esperimento, facendosi iniettare il virus modificato direttamente nel tumore ogni due settimane per cinque settimane in tutto. Il virus ha invaso le cellule danneggiate facendole scoppiare, attivando allo stesso tempo il suo sistema immunitario. Grazie a questa terapia, il cancro di Wojkowski è sparito ed è in remissione da due anni.
Anche gli altri pazienti che hanno partecipato allo studio hanno risposto alla terapia in modo molto promettente. Il professore Kevin Harrington, capo del team di ricercatori, è molto soddisfatto dei risultati, che definisce “veramente impressionanti”. “È raro vedere tassi di risposta così buoni negli studi clinici in fase iniziale, poiché il loro obiettivo principale è testare la sicurezza del trattamento e coinvolgono pazienti con tumori molto avanzati per i quali i trattamenti tradizionali hanno smesso di funzionare”, ha affermato Harrington.