Qualità della vita, Trento è prima in Italia ma il divario Nord-Sud è sempre più ampio

da | Nov 7, 2022 | Attualità

Trento è la città italiana con la miglior qualità della vita mentre il divario Nord-Sud si fa sempre più grande. Questi sono i dati salienti del Rapporto sulla qualità della vita fatto da ItaliaOggi e l’Università La Sapienza in collaborazione con Cattolica Assicurazioni (Gruppo Generali).

Trento al top

La ricerca ha preso in considerazione nove ambiti per misurare la qualità della vita nelle province italiane. I valori studiati sono affari e lavoro; ambiente; istruzione e formazione; reddito e ricchezza; sicurezza sociale; tempo libero.

Ad assicurarsi il podio della ventiquattresima edizione dell’indagine è Trento, che si è assicurata il primo posto grazie agli ottimi piazzamenti in otto categorie su nove. In seconda e terza posizione ci sono Bolzano e Bologna che, rispetto all’anno scorso, hanno guadagnato un gradino. Al contrario, Firenze scivola di due posizioni arrivando al quarto posto ed è seguita da Milano, stabilmente al quinto posto.

Da segnalare altri balzi in classifica come quelli compiuti da Siena, che da dodicesima è arrivata alla sesta, e Parma che, dalla prima posizione del 2021 è scesa al settimo posto. Torino quest’anno perde tantissime posizioni: dalla diciannovesima del 2021 è ora alla cinquantacinquesima.

Enormi passi avanti invece per Como (+30, da 62ª a 32ª); Pesaro Urbino (+26, 30ª da 56ª) e Rimini (+24, 37ª da 61ª).

Il Sud agli ultimi posti

L’ultima posizione, precisamente la numero 107, continua ad occuparla Crotone a causa dei suoi scarsi punteggi in ben sei categorie su nove. In fondo alla classifica si confermano Siracusa, Caltanissetta, Napoli, Agrigento, Catania, Foggia e Vibo Valentia.

L’indagine di quest’anno conferma nuovamente che la spaccatura tra Centro-Nord e Isole e Sud sta diventando sempre più profonda. Nessuna provincia meridionale o insulare, infatti, è nel gruppo delle 32 di testa.

“L’attuale versione dell’indagine indica che gli effetti della pandemia sono terminati, siamo tornati grossomodo alla situazione del 2019. Ma il Sud segna un tracollo, sotto molti aspetti”, si legge nell’indagine.

Secondo gli autori della ricerca, i fondi del Pnrr potrebbero essere una “soluzione strutturale rispetto a quello che si è manifestato anche a seguito della pandemia. Cosa può fare il Pnrr? Occuparsi della dotazione di infrastrutture sanitarie, in modo da consentire al Sud di recuperare il gap dell’assistenza che attualmente si manifesta nei confronti del Nord”.

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