Una scoperta che “riscriverà la storia”. In una scoperta che ricorda quella dei Bronzi di Riace, sono state ritrovate a San Casciano dei Bagni (SI) oltre 24 statue di bronzo in condizioni perfette.
Conservazione perfetta grazie al fango
Le statue sono state ritrovate all’interno di una grande vasca sacra romana in condizioni perfette perché protette da acqua bollente e strati di fango millenari. Per la precisione, infatti, si tratta di reperti di oltre 2300 anni fa.
I soggetti raffigurati nelle statue sono diversi. La prima statua ad essere stata tirata fuori dal fango è quella di un giovane efebo, in una posizione quasi dormiente. E poi una statua di Apollo, un’altra della dea della salute Igea con un serpente arrotolato sul braccio, altre divinità, matrone, fanciulli ed imperatori.
Tutte le statue sono di raffinatissima fattura, cinque di queste sono alte un metro e perfettamente integre. “Si tratta di un tesoro unico che si accompagna a una incredibile quantità di iscrizioni in etrusco e in latino e al quale si aggiungono migliaia di monete oltre a una serie di altrettanto interessanti offerte vegetali”, ha spiegato Tabolli.
Enorme soddisfazione anche dalle istituzioni. Il neo Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano lo ha definito “un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un Paese fatto di tesori immensi e unici”. A fargli coro anche Massimo Osanna, direttore generale dei musei del Mic: “È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace”.
Gli scavi
Le 24 statue ritrovate sono state scolpite probabilmente da artigiani locali e sono databili tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C.. Il luogo degli scavi era un santuario che, secondo le stime, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino IV secolo d.C.
Il santuario fu chiuso con l’avvento dell’epoca cristiana. Le vasche ripiene di acqua bollente furono sigillate con pesanti colonne di pietra e al suo interno furono lasciate le statue votive. È proprio grazie alla “sigillatura” che le statue hanno conservato così perfettamente le loro caratteristiche.
Per condurre gli scavi è stato scelto un approccio e metodo innovativo. Gli oltre 60 esperti proveniente da tutto il mondo, infatti, sono specialisti di diverse discipline, non solo quella archeologica. Sono stati chiamati architetti, geologi, archeobotanici, esperti di numismatica ed epigrafia. Esperti con competenze settoriali che, collaborando, hanno saputo far riemergere reperti inestimabili.
Il cantiere ora sarà chiuso per l’inverno, i lavori riprenderanno in primavera. “Sarà un lavoro di squadra, com’è stato sempre finora”, ha concluso l’archeologo Tabolli.