Dopo vari tentativi, forse la svolta è in arrivo. A seguito di un servizio de Le Iene andato in onda il 22 novembre, il direttore di Andel (Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro) Enrico Seta e Marino Bottà e il presidente di Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) Alessandro Chiarini hanno incontrato il nuovo Ministro delle disabilità Alessandra Locatelli per sottoporle due temi prioritari: l’urgenza di una legge nazionale per i caregiver familiari e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
Fino ad oggi, la politica non è stata in grado di dare una risposta definitiva alle due questioni che sono di massima urgenza. Nello specifico, è necessaria una legge nazionale per i caregiver familiari che non possono lavorare visto l’impegno di accudimento per il congiunto convivente non autosufficiente.
È fondamentale poi la riforma della Legge 68/99 sul collocamento mirato, diffusione delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa e interventi per la formazione di operatori specializzati che operino in modo capillare su tutto il territorio nazionale.
Il Ministro Locatelli ha manifestato interesse e condivisione per le tematiche proposte delle due associazioni, che auspicano possano tradursi in atti concreti nel segno dell’inclusione e dei diritti per queste categorie di persone.
L’inclusione lavorativa delle persone disabili
Come dimostrato da Bottà, l’inserimento di persone disabili nel mondo del lavoro è possibile e fattibile: capendo il potenziale occupazionale di un’azienda, si è in grado di proporre l’inserimento di una persona disabile che ha le caratteristiche adatte per ricoprire quel determinato ruolo.
Un altro strumento è quello delle cosiddette “adozioni lavorative”. Le aziende con più di 15 dipendenti che non assumono la loro quota di lavoratori disabili, sono tenute a versare 8.000 euro ad un Fondo Regionale. Secondo il progetto proposto da Bottà, questi 8.000 euro potrebbero essere usati per pagare un datore di lavoro che offre un tirocinio retribuito a una persona che non è nelle condizioni di essere assunta. Utilizzando questo sistema, circa 800 persone con disabilità stanno già svolgendo tirocini.
Purtroppo, queste pratiche sono applicabili solo in alcune regioni (Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Veneto), non a livello nazionale, perché mancano gli strumenti burocratici. Ma se la politica non si è ancora attivata, la società civile ha già recepito il messaggio.
Esempi virtuosi della società civile
Dove non arriva la burocrazia arriva la società civile con esempi davvero virtuosi come dimostrato nel servizio de Le Iene. Il biscottificio Frolla Lab ad Osimo (AN) in cui 18 ragazzi disabili preparano in completa autonomia i biscotti. E nell’Albergo Etico di Roma, dove una decina di lavoratori disabili svolgono diverse mansioni.
La volontà, quindi, c’è, ma manca l’appoggio dalla politica.
In attesa che la politica si attivi per fornire questi strumenti a tutto il territorio nazionale, l’Università eCampus e ANDEL hanno unito le forze per creare il primo Master italiano per la formazione di Disability Job Supporter, figura mediatrice fra persona disabile e il mercato del lavoro, dotata di competenze psico-pedagogiche, giuridiche ed economiche fondamentali per lo svolgimento di questo lavoro. La partnership non finisce qui: ANDEL si occuperà del placement dell’Università eCampus e congiuntamente metteranno in campo iniziative per promuovere sul territorio nazionale le buone pratiche di inclusione lavorativa per persone disabili e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni.