Da questa settimana ad Aosta e a Milano si terranno due imperdibili mostre antologiche dedicate a due dei più importanti fotografi del Novecento: Robert Doisneau e Robert Capa.
Robert Capa. L’Opera 1932-1954 – Aosta
Dal 6 maggio fino al 24 settembre 2023 il Centro Saint-Bénin di Aosta ospita la mostra dedicata a Robert Capa, uno dei più grandi protagonisti della fotografia mondiale del Novecento.
Ungherese di nascita e naturalizzato statunitense, Robert Capa è stato uno dei principali e più celebri fotografi di guerra. Nella sua carriera, Capa documentò sulla pellicola alcuni dei conflitti bellici più salienti del XX secolo: la guerra civile spagnola, la seconda guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana e la prima guerra d’Indocina. Fu proprio durante quest’ultimo conflitto che Capa morì in Vietnam a causa dello scoppio di una mina nel 1954.
L’esposizione conta su più di 300 opere provenienti dagli archivi dell’agenzia Magnum Photos, che coprono in modo esaustivo la sua carriera attraverso alcuni dei suoi scatti più iconici, come la foto del pastore e del soldato americano scattata in Sicilia il 6 agosto 1943.
La mostra è suddivisa in 9 sezioni tematiche: Fotografie degli esordi, 1932 – 1935; La speranza di una società più giusta, 1936; Spagna: l’impegno civile, 1936 – 1939; La Cina sotto il fuoco del Giappone, 1938; A fianco dei soldati americani, 1943 – 1945; Verso una pace ritrovata, 1944 – 1954; Viaggi a est, 1947 – 1948; Israele terra promessa, 1948 – 1950; Ritorno in Asia: una guerra che non è la sua, 1954.
Robert Doisneau – Milano
Al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano dal 9 maggio fino al 15 ottobre 2023 ci sarà la mostra antologica di Robert Doisneau, fotografo francese della corrente della Fotografia umanista.
In oltre 130 immagini provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, nella periferia parigina, verrà ripercorsa la carriera di uno dei padri della Fotografia umanista e del fotogiornalismo di strada.
Gli scatti, tutti in bianco e nero, sono organizzati in un percorso diviso per sezioni che ripercorrono i temi più documentati dal fotografo e a lui cari: la sua Parigi, la guerra e la liberazione, l’amore, la musica, il lavoro, i giochi dei bambini, il tempo libero e la moda.
Nella mostra non manca uno degli scatti più iconici: Le baiser de l’Hôtel de Ville del 1950, che ritrae una giovane coppia mentre si bacia davanti al municipio della capitale francese mentre la gente cammina attorno a loro.
L’esposizione è completata da un’intervista video al curatore Gabriel Bauret e la proiezione di un estratto dal film del 2016 realizzato dalla nipote del fotografo Clémentine Deroudille: Robert Doisneau, le révolté du merveilleux (Robert Doisneau. La lente delle meraviglie), che contribuisce ad approfondire la conoscenza dell’uomo e della sua opera.