Con l’impennata dei prezzi molti italiani sono costretti a ridurre le loro vacanze ma paradossalmente spenderanno di più dell’anno scorso. Questi sono i dati diffusi dalle associazioni di categoria e di consumatori che avvertono che per agosto non ci si può aspettare un sold out.
Prezzi in aumento
In generale, si registra un calo del 30% della domanda, soprattutto verso destinazioni italiane. Secondo Assoutenti, associazione no profit per tutelare i diritti dei consumatori, a causa dell’aumento dei prezzi molti italiani sono costretti a ridurre le loro vacanze estive o a rinunciarci completamente. E anche quando vanno in vacanza, la spesa è fortemente superiore rispetto l’anno scorso.
“A luglio, rispetto allo stesso periodo del 2022, i prezzi dei biglietti per i voli nazionali sono rincarati del 26%, le tariffe di alberghi, motel e pensioni del 17,4%, i pacchetti vacanza del 17%, ristoranti e bar del 6,1%. Se da un lato rimane stabile rispetto al 2022 il numero di cittadini che si concederà una villeggiatura nel periodo estivo, dall’altro la tendenza è quella a tagliare la spesa attraverso una riduzione dei giorni di vacanza”, ha spiegato Furio Truzzi, presidente di Assoutenti.
Aumenti che hanno portato la percentuale di italiani che potrà permettersi di fare una vacanza da un 2-3 notti al 18%, rispetto al 4% del 2022. Continua Truzzi: “E il paradosso è che nonostante si riducano i giorni di villeggiatura, la spesa sarà più alta: le vacanze estive 2023 costeranno agli italiani ben 1,2 miliardi di euro in più rispetto al 2022, seppur con un numero inferiore di notti fuori casa”.
Le destinazioni preferite
La vacanza al mare rimane ancora al primo posto, anche se in calo rispetto l’anno scorso. Le alte temperature hanno portato molte persone a scegliere la montagna (+2%), mentre le città d’arte rimangono in linea con gli anni scorsi. 7 italiani su 10 scelgono ancora di passare le loro vacanze dentro i confini nazionali.
Secondo Marina Lallai, presidente di Fedeturismo Confindustria, il cambiamento climatico e le temperature sempre più calde incideranno anche sul settore del turismo, modificando il comportamento e le scelte dei villeggiatori.
“Quanto è successo quest’estate è un campanello d’allarme che impone a tutti noi una riflessione perché ondate di calore sempre più frequenti e intense potrebbero portare nei prossimi anni a cambiare le abitudini dei turisti, modificando la geografia delle vacanze verso destinazioni più fresche rispetto al sud Europa o a far slittare, soprattutto nel caso della clientela straniera, le vacanze in primavera-autunno”.