Il costo delle mense scolastiche pesa di più sulle tasche delle famiglie. Secondo un’indagine condotta da Cittadinanzattiva, la spesa media per famiglia è tra gli 84 e 85 euro al mese, un aumento di oltre il 3% rispetto all’anno scorso. E in più, le regioni meridionale e le isole sono penalizzate anche sul numero di locali mensa disponibili, un divario che neanche il PNRR riesce a colmare.
Le variazioni regionali
In generale, la spesa legata alle mense scolastiche è aumentata: in media si spendono 84 euro (per la scuola dell’infanzia) e 85 euro (per la primaria), tra i 4,20 e 4,26 euro a pasto per ogni figlio iscritto. Ma i costi sono molto diversi in base alle regioni.
La più costosa è la Basilicata (109 euro mensili), mentre la più economica è la Sardegna (61 euro per l’infanzia, 65 euro per la primaria). Anche le variazioni percentuali sono completamente diverse regione per regione: in Calabria, infatti, si è registrato un aumento di oltre il 26%, mentre l’Umbria va nella direzione opposta con una riduzione di circa il 9%.
Per quanto riguarda le grandi città e i capoluoghi di provincia, a Barletta si spendono 2 euro per pasto (sia alla scuola dell’infanzia che primaria), a Torino alle primarie si spendono 6,60 euro a pasto, mentre a Livorno e Trapani la cifra è di 6,40 euro. Roma è la città metropolitana meno cara: per un pasto in entrambe le tipologie di scuole il costo medio è di circa 2,32 euro.
Al Sud poche mense e meno fondi PNRR
Nelle regioni del Sud si registrano meno locali mensa rispetto la media nazionale. Nel Meridione poco più di un edificio su cinque dispone di una mensa scolastica, con picchi negativi in Campania (15,6%) e in Sicilia (13,7%), mentre nelle isole la percentuale è del 22%-21%.
Carenze che potrebbero essere state colmate grazie ai fondi PNRR, ma purtroppo non sarà così. Secondo l’indagine, infatti, su 1052 interventi previsti e 600 milioni di fondi stanziati, il Sud riceve la metà delle risorse, contro il 58% previsto dal piano originario. Inoltre, poco più della metà degli interventi previsti a livello nazionale prevede la costruzione di nuovi locali mensa.
“Da anni chiediamo che la ristorazione scolastica diventi un servizio pubblico essenziale, e fra le raccomandazioni previste anche dal ‘Piano di Azione nazionale per l’attuazione della garanzia infanzia’ vi è quella di rendere il pasto scolastico gradualmente gratuito per tutti, partendo dai bambini e dalle bambine che vivono in famiglie in povertà assoluta. Una condizione che purtroppo accomuna sempre più minori: il 4,9% dei minori di 16 anni è in condizione di deprivazione alimentare e il 2,5% non può permettersi un pasto proteico al giorno”, ha dichiarato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva.