Dopo aver letto quanto segue non guarderete più ai vostri auricolari quale semplice gingillo hitech… La musica, nello sport, ha un potere dopante che gode della conferma della scienza. Vi è mai capitato, al suono della vostra canzone preferita, di percepirvi invincibili e in grado di conquistare il mondo? Se investito nell’attività fisica quell’effetto ha il potere di trasformarvi nella versione migliore di voi stessi. A rivendicare la scoperta è la Brunel University di Londra.
L’indagine
È qui che un team di ricerca, guidato da Costas Karageorghis, ha utilizzato un elettroencefalogramma portatile capace di monitorare tre diversi tipi di onde cerebrali durante l’esercizio sportivo. Ne è emerso che l’entusiasmo di coloro i quali coniugavano l’ascolto della musica all’attività fisica era di gran lunga maggiore. Oltre a un incremento del buonumore è stato possibile rilevare notevoli picchi di energia. Ai profani non dirà molto, tuttavia pare che l’ascolto di brani sia in grado di influenzare l’asse ipotalamo-ipofisario e il sistema nervoso autonomo. Non è tutto: la musica favorirebbe il rilascio di dopamina, neurotrasmettitore che innesca la produzione di endorfine. Si tratta di sostanze, prodotte dal cervello, che generano una sensazione di euforia e benessere.
Come sfruttare il potenziale della musica
Ma i benefici della musica non sono strettamente circoscritti alla performance, bensì anche ai momenti che la precedono… Fruire di una bella melodia predisporrebbe al movimento e placherebbe l’ansia da prestazione, prima di una gara. Karageorghis non si è limitato a confermare che le sinfonie sono carburante per la mente e il corpo, ma ha messo a punto un vademecum di come servirsene nel modo più produttivo… In fase di riscaldamento l’ideale sarebbe ascoltare brani che ispirino e motivino. Nella prima fase dell’allenamento i bpm della canzone dovrebbero essere abbinati alla frequenza cardiaca. E infine veniamo alla fase centrale della gara, quando le canzoni dovrebbero sincronizzarsi con l’esecuzione dei movimenti e non più con la frequenza cardiaca.
Auricolari banditi alla maratona di New York
Benché la carica infusa dalla musica sia appannaggio pressoché comune lo è un po’ meno degli agonisti. Risale al 2007 un controverso divieto, istituito durante la maratona di New York del medesimo anno, che proibiva agli atleti l’utilizzo di auricolari durante la gara. Motivo: chi ascolta musica, viste le virtù dopanti della stessa, è favorito nella competizione. La melodia distoglie dalla fatica riducendone la percezione, ma non è solo il travaglio fisico a trarre sollievo dalle nostre playlist del cuore, bensì anche quello emotivo.
Canzoni, panacea per corpo e mente
Quante volte, durante le fasi critiche della nostra vita, abbiamo cercato conforto nella musica? Essa è tra le forme d’arte che più di ogni altra può farci sentire compresi. Non sono i soli fruitori dei brani a rifugiarsi nelle sinfonie, ma anche gli esecutori stessi, che nei secoli hanno dato un senso al proprio dolore nel trasferirlo sullo spartito. Basti pensare a Mia Martini, che, dopo anni di emarginazione dalle scene, nel 1989, tornò a calcare la ribalta sulle note di “Almeno tu nell’universo”. Ecco allora che il prodigio ebbe luogo… La sofferenza della cantante, come per miracolo, si trasformò in doping per gli uditori, ricordando loro che dalla tristezza può scaturire un “diamante in mezzo al cuore”, tanto per parafrasare il brano in questione.