A un evento brulicante di giovani fanciulle, quale il Festival di Cannes, Stefania Sandrelli è riuscita a garantirsi il cono di luce. Non è scontato per un’attrice che abbia raggiunto la soglia dei 77 anni, tuttavia è notorio come non sia la verde età a catalizzare il pubblico quanto il magnetismo. E Sandrelli ne ha a iosa. Implorava di non essere considerata un monumento al cinema, in quanto i monumenti sanno di vecchio, ma oggi deve bearsi di esserlo. A seguirla, sul red carpet della kermesse, un lungo strascico. Ma non parliamo certo della mise, bensì della storia cui la sua presenza si accompagna.
Da sempre sulle scene
È sulle scene dal 1964, anno del suo debutto nell’iconico Sedotta e abbandonata, di Pietro Germi, poi ha proseguito inanellando successi in un’epoca in cui il vero talento contava più di tutto il resto. Nonostante ciò quel “resto” lei l’ha offerto, e coniugando la bravura a una bellezza conturbante si è ritagliata un pezzo di eternità nel firmamento del cinema. A Cannes Sandrelli ci arriva con due pellicole, entrambe d’autore, come ci ha abituato fino ad oggi. Si parla di Marcello mio e Parthenope. A dirigerla, nelle opere in concorso, sono rispettivamente Christophe Honoré e Paolo Sorrentino. A corollario di un look sobrio, in occasione del festival, Sandrelli ha indossato il suo accessorio migliore: il sorriso. La luce che emana dal viso della diva, benché segnato da qualche grinzetta, rimanda subito alla Stefania degli anni ‘60. All’epoca, a fianco di Marcello Mastroianni, vestiva i panni di Angela in Divorzio all’italiana.
Tra le attrici che ha vinto più premi
C’è una cosa effettivamente che il tempo ha rinunciato a portare via all’attrice, ed è la sua proverbiale grazia infantile, che piace tanto agli italiani. Ma soprattutto agli addetti ai lavori, i quali continuano a coinvolgerla in progetti di gran spessore. Del resto come potrebbe essere altrimenti per una professionista che vanta tre David di Donatello e sette Nastri d’argento. A dirigerla, nel corso della sua lunga carriera, sono stai pezzi da 90 quali Bernardo Bertolucci, Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Ettore Scola, Carlo Lizzani e Mario Monicelli. La sua fama è giunta anche oltre i confini del Bel Paese, tanto che registi quali Bigas Luna e Jean-Pierre Melville l’hanno voluta nelle loro pellicole di maggior successo. A dispetto dei tanti impegni Sandrelli non si è fatta mancare il tempo per garantirsi una vita, oltre che da professionista, anche da donna risolta.
Madre ad appena 18 anni
La maternità giunse per lei prestissimo, ad appena 18 anni, quando diede alla luce Amanda. Quest’ultima ha ricalcato le orme della madre e del non meno famoso padre, Gino Paoli. La scelta di una genitorialità precoce, così come quella di condividerla con un uomo sposato, poteva compromettere la reputazione e la carriera della diva, tuttavia ella si difese dal prematuro declino. Del resto Sandrelli non ha mai scansato il rischio, come quando, nel 1983, accettò di recitare nel controverso La chiave, di Tinto Brass. Per tanti quello avrebbe segnato l’epilogo di Stefania Sandrelli, invece ne rivelò solo una virtù insospettata che servì a farla apprezzare di più: l’erotismo.