Tra le tante conquiste cui la specie umana è da sempre orientata c’è la vita eterna. È un traguardo possibile? In proposito potremmo carpire tanti segreti dalle cellule tumorali, che l’immortalità l’hanno già raggiunta. Avete capito bene: le cellule tumorali hanno la peculiarità di replicarsi all’infinito, rendendosi appunto eterne. È una scoperta che affonda le sue radici nella storia di Henrietta Lacks, che nel 1951 ricevette l’infausta diagnosi di cancro maligno alla cervice uterina e si spense appena sette mesi dopo. Ancora oggi, in coltura, le cellule dell’allora 31enne continuano a moltiplicarsi. Esse provengono da una biopsia effettuata sulla malata, e da oltre 70 anni si sono rese utili a salvare tantissime vite. Buona parte delle strategie per contrastare il male del secolo è stata infatti messa a punto attraverso studi effettuati sul “lascito” di Henrietta.
Il curioso fenomeno spiegato dagli esperti
La vita eterna delle cellule tumorali costituisce una realtà alla quale medici e luminari sono ormai assuefatti, ma all’epoca della scoperta lasciò sbigottito chiunque. In proposito al “caso Lacks” gli esperti giunsero alla conclusione che, grazie ad una mutazione indotta dal papilloma virus, le unità biologiche della donna avevano sviluppato la capacità di prevenire l’accorciamento dei telomeri, aggirando l’invecchiamento. A un profano non dirà molto, ma tutto ciò si traduce in “eterna giovinezza”. Contrassegnate dalla sigla HeLa, le cellule di Henrietta sono state spedite nei laboratori di tutto il mondo. È lì che, impiegate nella ricerca su cancro e Aids, hanno conosciuto una seconda vita. A Lacks il contributo alla scienza è valso numerosi riconoscimenti postumi.
I tributi postumi a Henrietta Lacks
Qualche esempio: l’intitolazione di convegni scientifici ed edifici pubblici, ma anche un asteroide che porta il suo nome. Perfino la letteratura ha pensato bene di rendere onore alla defunta e l’ha fatto attraverso un volume biografico. Nel libro La vita immortale di Henrietta Lacks Rebecca Skloot ripercorre la vita di una donna come tante, ignara che un giorno, suo malgrado, sarebbe divenuta un’eroina contemporanea. Ecco un estratto dall’opera: “Le cellule di Henrietta Lacks riproducevano un’intera generazione in sole 24 ore, e per questo sono dette naturalmente “immortalizzate”. Possono cioè essere trasmesse in vitro senza morire. Hanno la particolarità di avere 82 cromosomi, molti di più rispetto alle cellule normali. Queste caratteristiche sono dovute al fatto che l’enzima Telomerasi è stato mutato dal virus. Ciò consente alle cellule di non invecchiare mai”.
Ai discendenti della defunta il diritto di far parte del dibattito
Lacks non ebbe la possibilità di rendersi testimone diretta dei propri successi, tuttavia i suoi discendenti lo fanno per lei. Ad essi, nell’agosto 2019, è stato riconosciuto legalmente il diritto di rappresentare la pregevole antenata. È così che Jeri Lacks-Whye, nipote di Henrietta, ha commentato la sospirata sentenza: “Siamo contenti, molto contenti. Da oggi in poi sarà riconosciuto il nome di nostra nonna nelle pubblicazioni che riguardano questa linea cellulare. E inoltre noi, in quanto famiglia, potremo fare parte del dibattito”.
Ce n’è abbastanza da sostenere che la vera vita di Henrietta, a dispetto di un destino infausto, per assurdo sia cominciata il giorno stesso del suo epilogo.