Che cos’è la nostalgia? Da dove nasce? E com’è stata rappresentata nell’arte? Questo sentimento è protagonista della mostra Nostalgia. Storie ed espressioni di un sentimento dal Rinascimenti all’arte concettuale aperta fino al 1° settembre presso Palazzo Ducale di Genova.
La nostalgia in tutte le sue forme artistiche
Il termine “nostalgia” fu coniato per la prima volta dall’alsaziano Johannes Hofer nel 1688. Laureando in medicina, per la sua tesi di laurea Hofer studiò le sofferenze fisiche e psicologiche riscontrate tra i soldati svizzeri al servizio del re francese Luigi XIV, costretti a rimanere lontani da casa per lungo tempo. Per descrivere questa condizione, Hofer unì le parole di origine greca nostos (ritorno) e algos (dolore o tristezza), cioè la “tristezza ingenerata dall’ardente brama di ritornare in patria”.
Nel corso dei secoli, diversi artisti hanno cercato di catturare il sentimento della nostalgia nelle loro opere, ed è a loro che la mostra è dedicata.
Attraverso più di 120 opere, il percorso parte dalla Dissertatio Medica de ΝΟΣΤΑΛΥΙΑ di Johannes Hofer dalla Biblioteca universitaria di Basilea, per arrivare ai giorni nostri. Dipinti, sculture, arti decorative, grafica e volumi illustrati, la mostra mette in luce le diverse espressioni della nostalgia, esplorando come da patologia medica si sia trasformata in un sentimento complesso e provato da tutti.
Tra le opere in mostra ci sono capolavori come l’allegoria dell’Odissea L’Odysséè di Ingres, un autoritratto di de Chirico in cui si rappresenta come Odisseo, Demetra in lutto per Persefone della pre-raffaellita Evelyn De Morgan, il ritratto di Giacomo Leopardi di Domenico Morelli e l’Adamo ed Eva nel paradiso terrestre di Brueghel il Giovane. E poi le fotografie di Florence Henri, i progetti dell’architetto inglese Edwin Lutyens e la scultura di Arturo Martini.
Le sezioni tematiche
Il percorso è suddiviso in undici sezioni tematiche, ognuna concentrata su una forma di nostalgia diversa ed introdotta da una figura epica e mitologica come Odisseo, Enea e Persefone, e da celeberrimi cantori di questo sentimento come Giacomo Leopardi, Dante, Marcel Proust e Lord Byron.
C’è la nostalgia di casa, provata da chiunque sia andato via dal suo Paese. Dai rifugiati che nel corso del XX secolo sono scappati da persecuzioni politiche e religiose, agli emigrati italiani che tra l’Ottocento e il Novecento hanno cercato la fortuna oltreoceano.
E c’è poi la nostalgia del paradiso, presente sia nell’iconografia cristiana che in quella musulmana. La nostalgia del Classico, alimentata dal vedutismo settecentesco e dalle rovine esplorate all’epoca del Grand Tour, quella per l’antico e anche quella dell’altrove.
Non poteva mancare la nostalgia dell’infinito, con quel sentimento di Sehnsucht, di tensione appunto verso l’infinito, che ha segnato l’epoca del Romanticismo.
Nostalgia. Storie ed espressioni di un sentimento dal Rinascimenti all’arte concettuale è a cura di Matteo Fochessati in collaborazione Anna Vyazemtseva, è visitabile fino al 1° settembre presso Palazzo Ducale di Genova.