Da un pezzo sconosciuto da quattro soldi al dipinto più costoso mai venduto sul mercato dell’arte. La vicenda del Salvator Mundi, attribuito a Leonardo da Vinci, ha suscitato enorme curiosità e ha scaturito un dibattito accesissimo: è stata davvero la mano di Leonardo a dipingerlo, o si tratta di una truffa?
Di questa vicenda tratterà una nuova serie televisiva con protagonista Julianne Moore.
La vicenda del Salvator Mundi
Dopo libri, film e documentari, arriverà dunque una serie che esplorerà la complicata storia del Salvator Mundi. Julianne Moore sarà Dianne Modestini, la restauratrice che intuì che c’era qualcosa di speciale nel dipinto.
Era il 2005 quando Alexander Parrish e Robert Simon, mercanti d’arte, acquistarono il quadro in una casa d’aste di New Orleans per soli 1.500 dollari. Il dipinto era stato danneggiato ed era stato restaurato in modo maldestro.
I mercanti d’arte incaricarono quindi Modestini di restaurarlo. Nel corso del tempo, la restauratrice si convinse che quell’opera non era semplicemente “post-Leonardo”, ma che era un’opera dello stesso Da Vinci.
Modestini diventò così la principale sostenitrice della paternità di Leonardo. Nel frattempo tra vari colpi di scena e controversie, l’opera iniziò a ricevere quotazioni astronomiche, fino a quando non approdò all’asta da Christie’s a New York nel 2017. Asta che passò alla storia: ad aggiudicarsi il Salvator Mundi per 450 milioni di dollari fu (quasi sicuramente) il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
Nonostante la promessa di esporlo al Louvre di Abu Dhabi in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo, il quadro non è mai stato più visto.
La serie
Basata sull’acclamato documentario The Lost Leonardo del regista danese Andreas Koefoed (2021), la serie ricostruirà la tortuosa vicenda, nel tentativo di stabilire se il Salvator Mundi è davvero opera di Leonardo o se si tratta di una delle più grandi truffe della storia dell’arte.
Saranno esplorate anche le controversie che hanno circondato la vendita e l’autenticità del dipinto, e le battaglie legali che hanno coinvolto il collezionista russo Dmitry Rybolovlev e il magnate svizzero delle miniere Yves Bouvier.