Brutte notizie in arrivo per i docenti. L’importo della Carta del docente sarà quasi sicuramente diminuito di all’incirca 75 euro, arrivando ad un importo di 425 euro per l’anno scolastico 2024/2025. Ad anticiparlo è la Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC) della CGIL.
I tagli alla Carta del docente
Secondo FLC CGIL, l’importo della Carta del docente diminuirà perché il provvedimento normativo DL 36/2022 dell’ex ministro Bianchi prevede una redistribuzione parziale dei fondi.
Una parte di questi fondi (19 milioni nel 2024 e 50 milioni nel 2025) sarà destinata alla retribuzione dei docenti impegnati nelle attività di tutoraggio nei percorsi di formazione iniziale per l’accesso al ruolo dei futuri docenti.
Ulteriori fondi (40 milioni di euro) nel 2027 serviranno a finanziare i corsi di formazione per il “docente stabilmente incentivato”, “un percorso selettivo e premiale rivolto a un’esigua minoranza di docenti che riceverà un ‘premio’ a seguito di valutazione positiva al termine di un percorso articolato in tre cicli triennali successi”, spiega la fondazione. E così, a partire dal 2027 – sempre che non ci siano modifiche – l’ammontare della Carta scenderà a 400 euro.
L’incontro il 2 ottobre
“Ne deriva che resterà sempre meno da spendere con la carta che in questi anni ha consentito ai docenti di partecipare ad attività di formazione ma anche di acquistare libri e testi utili per l’aggiornamento professionale, biglietti per musei, cinema e spettacoli dal vivo, oppure di potenziare gli strumenti digitali personali con l’acquisto di materiale hardware e software”.
Di fronte a questi tagli, il sindacato ha annunciato che ne discuterà con il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara durante un incontro programmato per il 2 ottobre.
In quest’occasione, dice FLC CGIL, verrà poi sottolineata la questione della Carta del docente anche per i precari. Nonostante ci sia stata una sentenza che ha riconosciuto loro il diritto di alla Carta, ad oggi ancora non hanno ricevuto i benefici, pur essendo quelli che maggiormente investono nella loro formazione professionale.