Mai mettersi a letto arrabbiati, pena traumi indelebili

da | Ott 8, 2024 | Scienze e Tecnologia

Diversi anni fa, Papa Bergoglio rivolse ai fedeli un invito che fece il giro del mondo e ancora oggi si perpetua quale adagio di fondamentale importanza per conservare l’armonia di coppia e interiore: “lasciate pure che volino i piatti, ma non andate a dormire senza aver fatto pace”. Non tutti lo sanno, ma dietro questa chiosa si cela una sorprendente verità scientifica: non si dovrebbe mai andare a letto arrabbiati, poiché il sonno fissa i ricordi negativi e li rende più facili da rievocare. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature Communications, che mette in luce il modo in cui, mentre dormiamo, il cervello riorganizza i ricordi spiacevoli contribuendo a renderli indelebili. Bisogna trovare il modo di dare alle situazioni uno sviluppo favorevole prima di posare la testa sul cuscino.

L’esperimento

Yunzhe Liu, ricercatore della Normale di Pechino, ha istruito per due giorni 73 volontari ad associare una serie di volti neutrali a immagini negative o traumatiche (per esempio, di bambini in lacrime o persone ferite). Poi ha mostrato loro di nuovo le facce, chiedendo o di rievocare l’associazione con le foto negative, o di provare a debellare quel ricordo. Subito dopo il compito di memorizzazione, gli studenti che avevano evitato di ripensare all’associazione negativa hanno cancellato il ricordo nel 9% dei casi in più rispetto ai compagni. Dopo una notte di sonno, sbarazzarsi dei ricordi negativi si è rivelata un’impresa ardua, e chi aveva provato a scacciarli ha mostrato di riuscire a rievocarli soltanto nel 3% in meno dei casi. Dalla risonanza magnetica eseguita sul cervello degli esaminati è emerso che le rievocazioni spiacevoli si erano accumulate nella corteccia, creando connessioni a lungo termine.

Lo scopo dell’indagine

Tutt’altro che fine a se stessa, l’indagine di Yunzhe Liu potrebbe rivelarsi utile trattamento dei disturbi associati a ricordi traumatici: evitare di assopirsi subito dopo un’esperienza dolorosa e angosciante renderebbe più facile metabolizzarla e, nella più auspicabile delle ipotesi, dimenticarla. Ma una volta superato il conflitto non trascurate il sonno, che nell’immaginario collettivo, a ragione, si conferma il migliore trattamento di bellezza e antistress, benché forse sia sopravvalutato… Ad esempio, come evidenziato da una ricerca pubblicata su Nature Neuroscience, non sarebbe utile a ripulire il cervello dalle tossine, come a lungo si è creduto.