Pensate che gli scienziati pazzi siano frutto della penna degli sceneggiatori hollywoodiani? Vi sbagliate, essi sono esistiti anche nella realtà e, spesso, con i loro esprimenti si sono spinti oltre l’immaginabile. Ne abbiamo raccolte le gesta, talvolta mirabili talvolta meno. Il medico americano Stubbins Ffirth si diceva certo che la febbre gialla, detta anche tifo, non fosse contagiosa, e per provarlo si praticò dei tagli su cui versò secrezioni corporee infette. L’unico motivo per cui non contrasse la patologia fu che, col tempo, il virus scompare anche se negli ammalati restano i sintomi.
Respirazione extracorporea
Lo scienziato e inventore sovietico Sergei Sergeevich Brukhonenko si spinse perfino oltre: col suo prototipo di macchina per la respirazione extracorporea riuscì a tenere in vita teste di cani decapitate. Per i suoi bizzarri esperimenti, lo psicologo Clarence Leuba scomodò addirittura la famiglia: motivato a dimostrare che la risposta al solletico è appresa e non congenita, impose a moglie e figli di non sorridere se sollecitati. Quanto a Robert Cornish, la sua macabra creatività sembra ispirata da una sceneggiatura di Tim Burton: il biologo americano mise a punto un’altalena il cui scopo era di riportare in vita animali morti, strangolati di suo pugno. Somministrava loro adrenalina e rimetteva forzatamente in circolo il sangue. Su alcuni esemplari l’esperimento funzionò.
“Unghie amare”
Lo psicologo americano Lawrence Leshan si diede invece a un test meno tetro, ma non certo meno creativo: per curare l’onicofagia in alcuni suoi pazienti si chiuse con loro in una stanza e, mentre dormivano, gli ripeté in loop: “unghie amare”. Inaspettatamente, l’esperimento portò i suoi frutti, almeno in parte: a fine test il 40% dei pazienti non si rosicchiò più le unghie. Il fondo lo toccarono, senza dubbio, Martin Schein e Edgar Hale, che infilzarono la testa di una tacchina, su un bastone, al solo scopo di dimostrare che gli esemplari maschi della stessa specie avrebbero comunque provato ad accoppiarsi con essa. Fa rabbrividire il solo pensarlo, tuttavia l’esperimento ebbe successo.
Sonno in ogni condizione
Meglio congedarsi da questa “classifica dell’orrore” con qualcosa che sopisca un po’ lo sconvolgimento… In questo spirito chiudiamo con l’esperimento dello scienziato inglese Ian Oswald, il quale volle provare che vi sono soggetti il cui sonno non rischierebbe essere sconvolto da nulla. Le classiche persone che, proverbialmente, sarebbero capaci di dormire in ogni situazione. Egli sottopose tre volontari a ogni sorta di disturbo mentre stavano prendendo sonno, ma si addormentarono in 12 minuti.