In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità che si celebra il 3 dicembre, sono stati pubblicati i risultati dell’indagine “Scuola e inclusione: dico la mia” dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Al report, redatto con la collaborazione della Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia, hanno partecipato oltre seimila ragazzi tra i 14 e i 19 anni, a partecipare maggiormente sono stati i quattordicenni (29,7%) e delle ragazze (66,4%).
Inclusione e disabilità
Oltre il 43% degli studenti che hanno risposto al report afferma che ha assistito o è venuto a conoscenza di episodi di bullismo nei confronti di compagni di scuola con disabilità e il 36,5% ha dichiarato di non sapere come comportarsi o a chi rivolgersi. Il 64,6% inoltre ha dichiarato di non aver mai chiesto agli insegnanti come comportarsi con un compagno con disabilità.
“Uno degli aspetti che più mi colpisce nel leggere i risultati della consultazione, è quello della discrepanza di percezione che i ragazzi hanno del proprio comportamento come singoli e come parte del gruppo di appartenenza.
“Se oltre il 70%, infatti, dichiara di essere individualmente ‘abbastanza o molto accogliente’ verso i compagni con disabilità, quando si prende in considerazione il carattere inclusivo del gruppo il 58% trova la propria classe poco inclusiva. Questo aspetto rende quanto mai necessario rafforzare nei ragazzi il senso di appartenenza a una comunità e il senso di responsabilità individuale all’interno del gruppo”, ha commentato l’Autorità garante Carla Garlatti.
Ansia in quattro studenti su dieci
Quattro studenti su dieci (46,2%) hanno dichiarato di provare ansia nel momento in cui entrano in scuola, il 16% invece si stente triste, e solo due (20,4%) si sentono sereni, entusiasti o motivati tra le mura delle aule scolastiche.
In caso di bisogno, il 44,8% chiede aiuto ai suoi compagni, e oltre l’80% è disponibile verso i compagni in caso di bisogno. Tuttavia si registra un forte senso di esclusione tra i ragazzi: il 74,3% si è sentito escluso a scuola almeno una volta, mentre il 56,5% ha dichiarato di non aver mai escluso qualcuno.
Si registra dunque una “carenza di dialogo e fiducia tra i ragazzi”.
Il contesto extrascolastico
Al di fuori della scuola, la maggior parte dei ragazzi (57,8%) ha affermato di non frequentare coetanei con disabilità, e più del 60% dei ragazzi è entrato in contatto con ragazzi con disabilità in contesti extrascolastici come nei centri estivi (32,6%), in ambito familiare (23,2%), nei gruppi parrocchiali (21,5%), nelle associazioni sportive (18,3%), in associazioni di volontariato (11,9%), nei gruppi scout (7,3%) e infine a corsi di musica (4,9%).
Non stupisce quindi leggere che per la maggior parte dei ragazzi (57,8%) esistono contesti più inclusivi della scuola, in primis le associazioni sportive, quelle di volontariato, gli oratori e le associazioni culturali.
Investire nella sensibilizzazione
Per rendere più inclusiva la scuola, si legge nelle conclusioni, è necessario investire nella sensibilizzazione tra pari – ed è anche ciò che chiedono le ragazze e i ragazzi stessi. Ma questa consapevolezza deve essere colta dagli adulti.
“Cogliere questa consapevolezza e facilitare la condivisione di esperienze può fare la differenza. Stimolare empatia, senso civico e di responsabilità, che fungano da bussola interiore, è infatti fondamentale per accompagnare i giovani nel proprio percorso di crescita e nella costruzione di società in cui ciascuna individualità si senta valorizzata in quanto tale, ma anche in quanto parte integrante di qualcosa di più grande a cui ognuno contribuisce direttamente e personalmente”.
L’Autorità sottolinea “l’importanza di garantire un’inclusione scolastica che non sia solo teorica, ma anche e soprattutto effettiva, nella quale ogni ragazzo e ragazza si senta valorizzato e accolto, ma anche guidato da adulti consapevoli nella comprensione del proprio ruolo e delle proprie responsabilità”.