Chirurgia estetica: la maggior parte degli annunci social proviene da persone inesperte che si spacciano per maghi del bisturi

da | Gen 22, 2025 | Attualità

Recentemente, casi di cronaca dall’epilogo tragico hanno evidenziato i rischi della chirurgia estetica, se eseguita da mani inesperte. La colpa viene spesso imputata ai social network, rei di dare voce a sedicenti professionisti che, “confezionando” ad arte un profilo alterato nei contenuti, si propongono quali maghi del bisturi, benché incompetenti. Puntualmente, i malcapitati finiscono nella trappola, con conseguenze che possono culminare con la disgrazia. Benché in Italia il tema sia assunto agli onori delle cronache solo di recente, negli USA è già da tempo che l’allarme è scattato, tanto che una ricerca americana ha provato a indagare su questo fenomeno.

Lo studio

Dallo studio condotto dai medici della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago è emerso che la gran parte degli annunci su Instagram viene pubblicata da medici che non hanno una specializzazione in chirurgia estetica oppure, ancora peggio, da persone che non hanno alle spalle studi in medicina. E gli utenti, come reagiscono? Si lasciano irretire da simili malfattori senza scrupoli? Pare proprio di sì… Lo studio, pubblicato su Aesthetic Surgery Journal, ha analizzato il flusso generato dall’uso di 21 hashtag, usati per promuovere i servizi di chirurgia estetica, quantificato in un totale di 1.789,270 post su Instagram. I ricercatori hanno individuato i nove “top post” (i post di maggiore successo) per ognuno degli hashtag presi in considerazione. Dei 189 top post presi in esame solo il 17,8% proveniva da account di medici iscritti all’American Society for Aesthetic Plastic Surgery, l’istituzione americana che riunisce i professionisti di chirurgia estetica certificati.

Medici senza specializzazione

Il 26,4% dei top post, invece, era stato pubblicato da medici senza specializzazione in chirurgia estetica, come dentisti, dermatologi, ginecologi o chirurghi generici. Il resto era frutto di iniziative promozionali lanciate da soggetti privi di un qualsiasi titolo di studio in medicina e chirurgia, come parrucchieri, estetisti, massaggiatori… L’indagine in oggetto risale al 2017, pertanto, non essendo mai state prese misure in grado di arginare questo fenomeno, la situazione non può che essere peggiorata, da allora.