Benché incassi sia assensi sia proteste, queste ultime ad opera di chi lo vorrebbe rimuovere dal calendario, l’8 marzo continua ad essere onorato ovunque. È il giorno in cui si celebra la donna, forse la creatura più magnetica, esaltante e degna di merito. Nello specifico, questo dì sottolinea l’importanza della lotta per i diritti delle donne, ricordando le conquiste sociali, economiche e politiche delle stesse. Un tempo, donare un ramoscello di mimosa nel corso di questa ricorrenza era cosa pressoché gradita, ora è necessario, nel farlo, essere certi di non divampare la suscettibilità di chi lo riceve. Infatti, non sono poche le donzelle che dichiarano di non sentirsi rappresentate da questa festa e ne stigmatizzano i suoi simboli più emblematici. “La donna andrebbe celebrata ogni giorno” è un po’ lo slogan che, in occasione dell’otto marzo, campeggia dappertutto.
La storia dietro la ricorrenza
Comunque la si voglia pensare, l’8 marzo non è solo bagordi e giubilo, ma anche storia. Vi siete mai chiesti in cosa affondi le radici questa giornata che, proprio come il gentil sesso, porta con sé i colori della primavera? Tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX secolo nacquero, soprattutto nel mondo anglossassone, diversi movimenti la cui prerogativa era far ottenere il diritto di voto e garantire una maggiore partecipazione alla vita politica alle donne. Ad esempio, la statunitense National American Woman Suffrage Association o le britanniche National Union of Women’s Suffrage Societies.
Vicini a posizioni centriste
Politicamente, questi gruppi erano spesso vicini a posizioni centriste o liberali ed erano tendenzialmente rappresentativi della classe media e della borghesia. In un primo momento, di riflesso, la situazione indusse i movimenti socialisti europei e americani, i quali brulicavano di attiviste che sostenevano le stesse istanze, a considerare queste rivendicazioni meno prioritarie rispetto, per esempio, alle rivendicazioni economiche e stipendiali dei lavoratori uomini. Dal 18 al 24 agosto 1907, si tenne a Stoccarda il VII Congresso della II Internazionale socialista: vi parteciparono 884 delegati di 25 nazioni. In quella sede vennero trattati anche la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne.
L’epilogo
Su quest’ultimo argomento, il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a lottare per l’introduzione del suffragio universale delle donne. Insomma, benché ad una prima occhiata un ramoscello di mimosa possa apparire lezioso, banale e naïf, esso si rende ambasciatore di valori ben più profondi, che meritano di essere perpetuati. Diverse donne della storia, la sostanza di quei valori l’hanno rivendicata con la propria medesima opera, facendosi largo in un’epoca che guardava con scetticismo alla loro voglia di affermazione. Vedi la leggendaria Rita Levi Montalcini, la quale, a una signora che le chiese, a un convegno: “è qui con suo marito”, replicò: “sono io mio marito”. Se il tema vi appassiona, vi rimandiamo alla laurea magistrale in Letteratura, Lingua e Cultura italiana – indirizzo Gender and Equability