Nella top ten dei Paesi più pacifici del mondo, otto si trovano in Europa. Lo indica il Global Peace Index (GPI), ricerca annuale fatta dall’Institute for Economics and Peace.
Sulla base di 23 indicatori qualitativi e quantitativi, la ricerca misura il livello di pace in tre ambiti: il livello di sicurezza sociale, l’entità dei conflitti nazionali ed internazionali in corso e il grado di militarizzazione all’interno di un Paese. Esempi concreti di questi indicatori sono il tasso di incarcerazione, i tassi di omicidi e la percezione della sicurezza.
I Paesi più sicuri, la top ten
Per il tredicesimo anno di fila, la prima posizione la occupa l’Islanda. La terra del ghiaccio e del fuoco ha una spesa militare bassissima, un tasso di conflitti internazionali tra i più bassi al mondo e il tasso d’incarcerazione (33 detenuti su 100.000 abitanti) è il più basso in Europa.
Sul podio troviamo la Nuova Zelanda al secondo posto grazie all’assenza quasi totale di conflitti nazionali ed internazionali, mentre al terzo posto c’è la Danimarca. Anche qui i conflitti sono quasi inesistenti, in più i danesi possono contare su un governo che funziona molto bene, su un livello di corruzione molto basso e si registra una distribuzione equa delle risorse.
Portogallo, Slovenia, Austria, Svizzera, Irlanda, Repubblica Ceca e Canada completano la top ten. E l’Italia? Per trovarla bisogna scorrere un po’ la lista e arrivare alla 32° posizione. Rispetto l’anno scorso, l’Italia ha perso ben 3 posizioni e ora si trova tra la Spagna (31°) e il Regno Unito (33°).
L’Afghanistan chiude per il quarto anno consecutivo la classifica, seguito da Yemen, Siria, Sudan del Sud e Iraq. A eccezione dello Yemen, questi Paesi sono tra le nazioni meno pacifiche fin dal 2015, in particolare l’Afghanistan detiene il triste record di essere tra le 3 nazioni meno pacifiche al mondo sin dal 2010.
Pace in calo e gli effetti del Covid
Sempre a proposito di pace, nel 2021 il suo livello medio è diminuito dello 0,07%. Il 2021 diventa così il nono anno consecutivo in cui si registra questo calo. Secondo il GPI, “l’intensità dei conflitti e delle crisi emersi negli ultimi dieci anni ha iniziato a diminuire, solo per essere sostituiti da una nuova ondata di tensione e insicurezza come conseguenza della pandemia da Covid-19 e delle crescenti tensioni tra le principali potenze”.
È ancora troppo presto per poter stabilire con certezza quali siano stati i veri effetti della pandemia sul livello di pace globale. Indubbiamente ci sono stati numerosi eventi violenti legati ai lockdown e le conseguenti ricadute economiche. Tra gennaio 2020 e aprile 2021, il GPI ha contato più di 5.000 episodi di violenza collegati alla pandemia. In particolare, l’area in cui si è registrato un maggior deterioramento è il Nord America, in cui il crescente malcontento della popolazione ha provocato diverse manifestazioni violente.