Altro che “buoni o cattivi”! Le categorie più distintive, in cui si divide il genere umano, sono “gufi o allodole”. Al primo gruppo appartengono coloro i quali preferiscono tirar tardi la sera, al secondo i mattinieri, che, costi quel che costi, al crepuscolo cominciano già a predisporre la nanna, così da essere attivi già dalle prime ore del dì. Chi di loro sposa le abitudini più sane? La risposta è scontata… Uno studio dell’Università del Surrey e della Northwestern University di Chicago ha stabilito che i nottambuli hanno il 10% di possibilità in più dei mattinieri di imbattersi in patologie quali: disturbi gastrointestinali, neurologici e respiratori. Aspettate di sentire i rischi peggiori: cancro alla prostata e al seno.
Non solo stanchezza e stordimento
E noi che pensavamo che, il peggiore effetto collaterale a carico dei tiratardi, fosse il solo stordimento del giorno successivo, come quel proverbio che recita: la mattina leoni, la sera… ehm, ci siamo capiti. C’è dell’altro: come è emerso dall’indagine succitata, che si è svolta col contributo di quasi mezzo milione di volontari, i gufi corrono altresì il rischio di imbattersi in disturbi psicologici. Depressione in primis. Costretto a misurarsi con un mondo che ingrana di giorno, il nottambulo cercherebbe di conformarsi ai ritmi convenzionali, ma la stanchezza lo renderebbe improduttivo. Da qui la frustrazione, anticamera, appunto, di depressione. E soprattutto attenzione a una cosa: non basta recuperare le ore di sonno nelle ore diurne per rimediare al potenziale danno, poiché il riposo notturno ha una qualità diversa, che non può essere messa a confronto con una pennica di rattoppo.
La buona volontà potrebbe non bastare
I risultati scientifici non basterebbero, però, a persuadere i gufi a convertirsi in allodole, poiché pare che l’umanità conosca due cronotipi: il mattiniero e il nottambulo. Nelle tipologie, le variazioni dei ritmi circadiani, oscillano di circa due ore, ma il divario si può estendere enormemente se alle connotazioni naturali si aggiungono anni di inopportuna routine.
Il parere dell’esperto
Abbiamo capito che una metamorfosi, tale da fare di un gufo un’allodola, difficilmente potrebbe verificarsi, tuttavia si può trovare il modo di acquisire abitudini migliori. Veniamo infatti all’interessante chiosa di Kristen Knutson, tra le autrici dell’indagine: “un nottambulo che stravolga i propri ritmi adeguandoli a quelli dell’allodola, potrebbe, nel breve periodo, riscontrare conseguenze positive sul suo stato di salute”. Come riuscire a mettersi in carreggiata? Partendo da semplici regole: tenere lontane da sé, quando si cerca di conciliare il sonno, le luci artificiali; introdurre nella propria dieta cibi ricchi di magnesio, e, soprattutto, via il tablet dal comodino, tra i nemici peggiori del buon sonno.