Riapertura del Corridoio Vasariano, nasce un centro dedicato agli studi museali, riaprono il Museo della Moda e del Costume e le sale dei pittori fiamminghi e verrà aperto un museo ad hoc per i bambini. Queste sono solo alcune delle novità del programma sviluppato da Simone Verde, alla guida degli Uffizi dal gennaio 2024.
Le (ri)aperture
Dal 16 luglio sarà possibile visitare nuovamente il Museo della Moda e del Costume a Palazzo Pitti e per l’occasione è previsto un grande evento internazionale ed un allestimento che metterà in dialogo la moda e l’arte.
Il 31 luglio saranno riaperte agli Uffizi dopo decenni le sale dei pittori fiamminghi alla presenza del Ministro della Cultura Sangiuliano, e sarà possibile visitare la ricostruzione della sala del Ricetto delle Iscrizioni, mentre entro la fine dell’anno saranno completati i riallestimenti dell’intero secondo piano.
Anche il Corridoio Vasariano, chiuso nel 2016 per ragioni di sicurezza, vedrà una parziale riapertura. Entro l’autunno sarà fruibile una prima sezione, ed entro la fine dell’anno i lavori di messa in sicurezza dovrebbero essere terminati e il Corridoio dovrebbe riaprire totalmente.
Il centro di studi museali e il museo per i bambini
Verde ha annunciato la nascita (sempre a fine anno) di un Museo dei Bambini al pianterreno degli Uffizi, realizzato col sostegno dei Friends of Florence e creato ad hoc, con opere poste all’altezza degli occhi dei più piccoli.
Il direttore, inoltre, ha annunciato la creazione di un centro studi dedicato ai Museum Studies, per riaffermare l’importanza scientifica dell’istituto fiorentino. “Vogliamo avere al centro del museo un cervello pensante con la partecipazione dei maggiori esperti, anche a livello internazionale, in modo da iniziare uno scambio sul piano scientifico che poi darà anche un supplemento di qualità”, ha spiegato Verde.
“Gli Uffizi, assieme a Palazzo Pitti, sono oggi una vera e propria enciclopedia della storia universale dei musei che va dal Rinascimento fino al Modernismo di Michelucci, Gradella e Scarpa. Partendo da questi elementi noi vorremmo rivendicare la centralità del nostro istituto sia a livello scientifico che pubblico per un nuovo protagonismo internazionale”, ha ribadito il direttore.