Dopo il successo nella serie Rai La Storia dall’omonimo romanzo di Elsa Morante, Jasmine Trinca interpreta la pedagogista italiana più nota al mondo, Maria Montessori, nel film Maria Montessori – La nouvelle femme, diretto dalla regista Léa Todorov e in uscita nelle sale il prossimo 26 settembre.
La trama de Maria Montessori – La nouvelle Femme
Parigi, 1900. La capitale francese è nel pieno del fervore della Belle Époque e Lili d’Alengy (Leïla Bekhti) è una cortigiana di successo, frequenta i salotti più esclusivi dell’alta società, ma ha un segreto: ha una figlia disabile, Tina, di cui si vergogna enormemente. La sua esistenza, infatti, non sarebbe mai accettata dalla buona società parigina.
Lili decide di abbandonare tutto e scappare con la figlia a Roma. Ha sentito che nella capitale italiana c’è un istituto che prende in cura bambini con difficoltà. Qui incontra Maria Montessori, con cui ha in comune un figlio “segreto” nato da una relazione fuori dal matrimonio con il collega Giuseppe (Raffaele Esposito).
Maria e Giuseppe guidano con passione e dedizione l’istituto per i bambini con disabilità, cercando allo stesso tempo di convincere le istituzioni e il mondo intero che il loro metodo educativo sperimentale non solo funziona, ma che è anche in grado di recuperare e reinserire tutti quei bambini dimenticati ed emarginati dalla società.
Un lavoro “emotivamente molto difficile”
Alla presentazione del film a Pesaro era presente anche Jasmine Trinca. “È una donna iconica, quando mi chiesero di interpretarla ho pensato subito al suo viso nelle mille lire”.
“Della Montessori conoscevo solo una parte, non l’aspetto più privato. Ho lavorato con questi bambini e ragazzini con diversi tipi di handicap. È stato un lavoro emotivamente molto difficile, piano piano la Montessori si è incarnata in me”, ha raccontato l’attrice.
“Quando ho letto per la prima volta qualcosa su Maria Montessori, stavo girando un documentario sui concetti educativi progressisti tra le due guerre”, ha spiegato la regista Todorov. “La vita di Montessori aveva qualcosa di molto romantico e questo mi interessava. Era una delle prime donne medico in Italia, una celebrità internazionale, un mito e oggetto di fascinazione. Nonostante provenisse da una tradizione di pensiero positivista, parlava tanto di rivelazioni e intuizioni quanto di osservazioni ed esperimenti”.
Ma la decisione di fare un film su di lei è derivato da un aspetto molto personale della regista: la figlia. “È nata con una malattia genetica e ho capito molto rapidamente che non ero diventata solo madre, ma madre di un bambino con esigenze speciali. Soffrivo del fatto che bambini come il mio non fossero rappresentati adeguatamente e che trovassi pochissimo aiuto per affrontare la mia situazione”.