Vuoi vivere a lungo? Bene, studia più che puoi! Non è l’ennesima bufala accampata a fini sensazionalistici, bensì quanto emerge da una ricerca che ha messo in luce la stretta connessione tra istruzione e aspettativa di vita. Di contro, non studiare danneggerebbe la salute alla stregua di fumo e alcol. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati su The Lancet Public Health e sono stati ottenuti grazie all’analisi dei dati di 59 Paesi industrializzati e in via di sviluppo. Dai risultati è emerso che il rischio di mortalità sarebbe ridotto di circa il 2% per ogni anno di educazione a tempo pieno completato. Il che significa che chi completa l’intero ciclo di educazione primaria, secondaria e terziaria ha una riduzione di circa il 26% del rischio di mortalità, mentre per chi termina anche gli studi universitari la riduzione sale al 34% rispetto a chi non ha istruzione.
Istruzione a tutte le età
Questi benefici, seppur maggiori per i più giovani, sono riscontrabili anche tra chi ha più di cinquant’anni. Meno confortante è invece l’analisi dei dati relativa a chi ha trascurato lo studio. Per costoro gli effetti negativi sulla salute equivalgono a consumare cinque o più bevande alcoliche al giorno, o a fumare dieci sigarette al giorno per dieci anni. Simili riscontri sembrano ricordare l’importanza di investire nell’istruzione per ridurre la mortalità nei Paesi più poveri. Infatti, come spiega Claire Henson, tra gli autori dell’indagine: «Colmare il divario educativo significa ridurre le disuguaglianze nella mortalità». Ad argomentare il tutto con grande semplicità è David Finch, direttore dell’ente di beneficenza The Health Foundation, il quale afferma che lo studio non si rende di per sé funzionale a una vita lunga e serena, bensì in relazione al fatto chi è istruito ha migliori connessioni sociali, comprende meglio le informazioni e riesce dunque a fare scelte più giuste.
Minor rischio di declino cognitivo
A significare che l’educazione offre strumenti in grado di garantirci una vita migliore. Per di più, come evidenziato da una ricerca pubblicata su Journal of Neuroscience, un cervello istruito è protetto dal declino cognitivo. Le regioni prefrontali dell’encefalo potenziate dagli anni trascorsi sui libri sono caratterizzate da una maggiore attività dei geni coinvolti nella neurotrasmissione e nell’immunità cerebrale.