Dopo il successo di critica e pubblico all’ultimo Festival del Cinema di Cannes, finalmente l’attesa è finita. Domani al cinema arriva il nuovo film di Martin Scorsese con protagonisti Leonardo Di Caprio e Robert De Niro, Killers of the Flower Moon.
Killers of the Flower Moon, la trama
Tratto dal libro Gli assassini della terra rossa del 2017 di David Grann, Killers of the Flower Moon è ambientato nell’Oklahoma degli anni Venti. I membri della nazione indigena Osage sono diventati ricchissimi grazie alla scoperta di diversi giacimenti di petrolio nelle loro terre.
Ma la loro fortuna non attrae solo ricchezza, ma anche l’avidità e la violenza della popolazione bianca. Ad orchestrare gli omicidi e le sparizioni degli indigeni c’è il potente allevatore William Hale, interpretato da Robert De Niro.
Così, la neonata FBI invia una squadra speciale per investigare sui crimini. Tra loro c’è anche Ernest Burkhart (Leonardo Di Caprio), nipote di Hale e sposato con una donna indiana di Osage, Mollie (Lily Gladstone).
La durata del film
A suscitare qualche polemica è la durata del film. Come The Irishman, il film di Scorsese del 2019, anche Killers of the Flower Moon ha una durata lunghissima: 3 ore e 26 minuti.
A questo proposito, Scorsese ha commentato: “La gente dice che tre ore sono troppe. Ma stare cinque ore davanti al televisore invece? Quello si può fare? E quando vai a teatro, e uno spettacolo dura 3 ore e mezza? Hai gli attori lì davanti a te, mica puoi alzarti e andartene, è una questione di rispetto. E allora rispettiamo anche il cinema”.
La storia vera del massacro
La storia si basa su una delle pagine più nere e sanguinose della storia americana, quella appunto del massacro di Osage.
Gli Osage erano una tribù originaria del Missouri che si stabilì in Oklahoma nel 1870 dopo essere stata costretta a spostarsi più volte a causa della pressione dei coloni bianchi. Ventiquattro anni dopo, ogni membro della tribù ricevette dal governo federale circa 260 ettari di terra a testa e il diritto collettivo sul sottosuolo.
Nel 1920 gli Osage scoprirono il petrolio nei loro terreni, diventando così ricchissimi. Il loro successo catturò l’attenzione della popolazione bianca, dando il via al cosiddetto “Regno del Terrore”. Nel corso di vent’anni, più di sessanta ricchi nativi americani furono uccisi con lo scopo di impossessarsi delle loro terre e ricchezze.
Le indagini delle forze dell’ordine svelarono una vasta rete di corruzione tra i funzionari locali, ma la maggior parte degli omicidi non furono mai perseguiti. Tuttavia, una delle persone che perseguita fu William Hale, proprietario terriero e mandante principale degli omicidi. Per il suo ruolo nel “Regno del Terrore”, Hale fu condannato all’ergastolo e poi graziato nel 1947.