Pensate davvero che per sconfiggere l’acne sia sufficiente usare cosmetici dedicati? A quest’accortezza dovreste aggiungerne un altro paio. Oltre a consumare dolci e fritture con parsimonia, sarebbe buona norma maneggiare con attenzione le banconote. Avete capito bene, sul denaro si depositano i batteri responsabili dei brufoli. Il monito giunge da un’indagine, che ha preso il nome di “Dirty Money”, condotta dalla New York University, secondo cui, sulla valuta cartacea, troverebbero dimora oltre 26mila batteri. Tra essi figura anche il Propionibacterium Acnes, cui vanno imputate le più frequenti infiammazioni acneiche e seborroiche.
Una lunghissima lista di germi
La lista dei bacilli presenti sulle valute cartacee è ben più estensa, e comprende lo Staphylococcus Aureus, potenzialmente responsabile di gastroenteriti, polmoniti e meningiti. Poi vi è il Bacillus Anthracis, che, come il nome suggerisce, può causare antrace. Del resto è notorio il lerciume delle banconote, ma gli studiosi di New York hanno pensato bene di andarci a fondo. Talmente a fondo da scoprire che, oltre ai più famigerati batteri, sul denaro figurano migliaia di specie di germi dei quali va ancora approfondita la natura, poiché sconosciuti.
La spiegazione dell’esperto
Ad argomentare l’indagine è stato il diplomatico francese Philippe Étienne, il quale ha spiegato che non dovrebbe stupirci una simile proliferazione batterica sul soldo di carta. Essa sarebbe favorita dal calore cui è esposta la banconota, conservata in portafogli che, a loro volta, vengono riposti in tasca, a stretto contatto col tepore del corpo. Condizioni queste favorevoli allo sviluppo della vita. È altresì interessante un altro studio, anch’esso svolto sulle banconote, sempre ad opera della New York University, i cui esiti hanno dell’incredibile… L’80% dei dollari che circola nella Grande Mela sarebbe “spolverato” di cocaina. A questo stupefacente, in percentuali minori, si aggiungerebbero morfina, metanfetamina, anfetamina e morfina.
Le possibili soluzioni
Ci si può difendere da tutto ciò? Gli scienziati hanno la soluzione… A detta loro i soldi andrebbero stampati su superfici di plastica, che, a differenza dell’attuale fibra di cotone, ricca di incrinature, hanno una struttura liscia e avversa alla proliferazione batterica. Si tratta di misure già adottate in Paese quali Singapore, Australia, Kuwait, Papua Nuova Guinea, dove sono state introdotte banconote in polìmero. In attesa che la Penisola sposi anch’essa queste iniziative, non ci resta che difenderci come meglio possiamo. L’igiene delle mani resta la prima arma, contro germi e batteri, appannaggio nostro.