C’è tempo fino al prossimo primo di settembre per visitare la mostra dedicata a Philippe Halsman, inaugurata lo scorso 14 giugno. “Philippe Halsman – Lampo di genio” è allestita presso gli spazi espositivi di Palazzo Reale, a Milano, ed ha registrato un ragguardevole numero di avventori, a suggello di come questo artista, emblema di un’epoca, sia ancora molto apprezzato. Halsman, negli anni della sua attività, immortalò alcuni tra i più rappresentativi personaggi del secolo scorso, cogliendone spesso un insospettato lato buffo, scanzonato e stravagante. È iconica la foto in cui Marilyn Monroe salta, ammiccando all’obiettivo.
Le muse di ritrattista
Una posa questa che amava replicare un po’ con tutte le dive che ritraeva, tra le quali Audrey Hepburn, Shirley MacLaine, Kim Novak, Liz Taylor… Ma è altrettanto celebre il sodalizio tra il fotografo e Salvador Dalì, il quale si perpetua nell’immaginario collettivo proprio in uno scatto di Halsman, con gli occhi sbarrati e il baffo all’insù. Nella lunga lista di modelli del ritrattista, in mezzo a tante muse, figura perfino un Apollo d’eccezione, il Premio Nobel Albert Einstein, che oltre a posare per il suo obiettivo gli fu anche grande amico, tanto da aiutarlo, una volta giunto negli USA dalla Lettonia, ad acquisire il visto. Eccome se ne valse la pena, per l’artista, sbarcare nel Nuovo Continente!
101 cover su Life
A New York conobbe la consacrazione, con al suo attivo collaborazioni tra le più prestigiose, vedi “Life”, periodico sul quale Halsman vanta ben 101 copertine. Anche rotocalchi quali Vogue e Vu gli diedero ampio spazio. Proprio per la sua predilezione per gli scatti a mezz’aria, Halsman viene ricordato come l’artista del “jumpology”, dove “jump”, dall’inglese, sta per “salto”. Perfino le personalità più seriose e istituzionali, di fronte all’obiettivo di Philippe, assecondavano la sua richiesta del balzo in aria, poiché vantare uno scatto del genere, a firma del ritrattista, equivaleva più a una consacrazione che non ad una svalutazione. La mostra presenta cento immagini di vario formato, a colori e in bianco e nero, che provengono dall’Archivio Halsman di New York e ripercorrono l’intera carriera del fotografo letto, spentosi il 25 giugno 1979.