Le opere di Claude Monet nell’immaginario collettivo si perpetuano come espressione massima dell’impressionismo francese. Esse oggi prendono vita nella mostra immersiva sull’artista ospitata a Milano, all’aria aperta, fino a dicembre 2024. Il luogo di raccolta degli avventori è davanti la Palazzina Appiani, dove, presso una cargo bike brandizzata Inside Monet, questo il nome della retrospettiva, sarà possibile ritirare visori e radioline per dare il via all’esperienza. Sono proprio questi gli strumenti che consentono di entrare nel mondo dell’artista parigino, il quale manifestò sempre avversione alle regole, tanto da odiare la scuola e preferire ad essa il contatto con la natura, dimensione quest’ultima che celebrò in alcuni dei suoi dipinti più famosi.
Un ragazzo indisciplinato
Di sé raccontò: “Ero un ragazzo naturalmente indisciplinato. Anche nella mia infanzia odiavo obbedire alle regole. Vivevo la scuola come una prigione e odiavo trascorrere il mio tempo lì, anche se per sole quattro ore giornaliere”. Poi, in proposito al suo rapporto con l’elemento natura, protagonista incontrastato delle sue opere, raccontò: “amavo stare dove il sole era allettante, il mare affascinante, e dove era semplicemente meraviglioso correre lungo le scogliere, o magari sguazzare nell’acqua”. Questa visione idilliaca del creato trova riscontro in Inside Monet, retrospettiva in Virtual Reality dove non ci si limita a contemplare le creazioni del padre dell’impressionismo, ma si entra in esse grazie ai visori specifici; il tutto è accompagnato da un coinvolgente storytelling che permette di approfondire le tematiche artistiche.
Le cinque opere della mostra
Le opere di Monet scelte per la retrospettiva in oggetto sono cinque. Vediamole assieme… Impressione, Levar del sole (1872), scorcio mattutino del porto di Le Havre avvolto da una nebbia impalpabile. I papaveri (1873), tra i dipinti più iconici dell’artista, raffigura una passeggiata in mezzo ai campi dell’Île-de-France sotto il sole sudato di un pomeriggio estivo. La passeggiata (1875), dove il pittore immortala una passeggiata in collina della moglie e del figlio. I covoni (1890-91), campo immerso nella luce del sole dove, oltre alla natura, protagonisti sono i mucchi di fieno. E infine Stagno delle ninfee (1899), l’opera più leggendaria di Monet, che incorna appieno il suo stile. Non vi resta che concedervi quest’esperienza che promette di lasciare il segno.