Chi è affetto da sindrome ipermnestica è incapace di dimenticare

da | Ott 10, 2024 | Scienze e Tecnologia

Oscar Wilde diceva: “non c’è niente di meglio che dimenticare, se non forse l’essere dimenticati”. Effettivamente sottovalutiamo spesso il beneficio di una bella ripulita dei ricordi per conservare solo quelli meritevoli di essere perpetuati. La memoria in questo ci aiuta, in quanto detiene l’abilità innata di alleggerire l’archivio delle rimembranze. Ma ci sono casi in cui tale meccanismo si inceppa e non mantiene la sua massima funzionalità, è allora che si riscontrano casi di “sindrome ipermnestica”. Chi è affetto da questo disturbo non riesce a dimenticare neppure il superfluo ed è capace di ricordare anche i dettagli più insignificanti che hanno animato la sua giornata; ma che dico? La sua intera vita.

Il caso di Nima Veiseh

C’è un precedente molto esplicativo della patologia: Nima Veiseh, artista e ricercatore statunitense, è capace di ripercorrere nel ricordo qualsiasi giorno della propria vita avendo cura di dettagliarne momento per momento. Insomma è come se Nima, di default, abbia una telecamera incorporata nel cervello che automaticamente archivia ogni istante della sua esistenza, per poi riporlo negli scaffali della memoria come un libro in biblioteca. La sindrome ipermnestica fortunatamente non è molto diffusa, ad esserne affette sono appena una decina di persone in tutto il mondo, ma costoro risentono della propria incapacità di lasciare andare i ricordi affidandoli al normale processo di oblio.

Memoria fallace

Però, come quella di chiunque altro, anche la memoria di Veiseh è fallace nonché incline ai falsi ricordi. Insomma la sindrome ipermnestica non è una macchina d’archiviazione perfetta come si potrebbe essere portati a ritenere, e talvolta fa sì che l’indisposto riesca a evocare dettagli di un passato remoto decenni, ma non un’esperienza di pochi minuti fa. È il caso di domandarsi se siano più i benefici o gli svantaggi all’attivo di chi sia affetto da questa patologia… pare esservi abbastanza equilibrio tra i due: tra gli vantaggi vi è senz’altro l’abilità di fare memoria di sensazioni e luoghi durante i viaggi, visite ai musei e riunioni tra amici. Tra gli svantaggi svetta l’incapacità di dimenticare le emozioni sgradevoli legate all’imbarazzo, al senso di fallimento e alla dipartita delle persone care.