L’aria che respiriamo diventa sempre meno salubre. Ad appestarla contribuiscono gas e inquinanti quali particolato, biossido di azoto, ozono, biossido di zolfo e monossido di carbonio. Ma anche benzene, idrocarburi policiclici aromatici e metalli quali cadmio, arsenico, cromo, piombo, mercurio e nichel. Chi siede ai vertici talvolta trascura la situazione, così a imbrigliarla ci pensano i lavoratori indipendenti, che del recupero ambientale ne hanno fatto un business. Come? Smerciando aria pulita proveniente dai luoghi incontaminati del pianeta.
L’idea venne a un cinese
Il pioniere fu un imprenditore cinese di nome Chen Guangbiao, il quale nel 2013 convinse i connazionali a rifuggire dall’inquinamento acquistando, presso la sua attività in ascesa, lattine di brezza montana. L’iniziativa fu accolta con entusiasmo dal popolo cinese, così, nel 2013, fu venduto circa un milione di lattine al giorno. Guangbiao fu solo l’apripista di un settore che avrebbe raggiunto i massimi fasti nel tempo a venire. Circa un anno dopo, l’artista cinese Liang Kegang vendette un barattolo di aria di Provenza alla sorprendente cifra di 860 dollari. Ad oggi sono numerose le ditte il cui giro d’affari si basa esclusivamente sulla commercializzazione di aria in lattina. Vitality Air è una società canadese che riceve ordinazioni da tutto il mondo; il suo articolo più gettonato è l’aria prelevata dalle Montagne Rocciose. Quasi 30 dollari per una lattina da 7,5 litri.
Aria pura venduta su eBay
Gli imprenditori Moses Lam e Troy Paquette, i quali hanno dato vita al brand, raccontano di aver testato l’interesse del pubblico mettendo in vendita, su eBay, un sacchetto di plastica di aria canadese. Costo 99 centesimi. Quando venne acquistato, per sincerarsi ulteriormente del successo dell’idea, smerciarono un altro sacchetto, questa volta al prezzo di 122 euro. Venduto! Insomma valeva davvero la pena investire nell’attività. Se i prezzi proposti da Lam e Paquette mi sembrano esagerati dovreste dare uno sguardo al listino di AethAer, fondata dall’inglese Leo De Watts: 80 sterline per un vasetto di aria pura di luoghi quali Yorkshire e Galles. De Watts spiegò: “Avevo letto qualche relazione di gente che importava bottiglie d’aria e sembrava anche a me un po’ ridicolo, poi ci ho pensato… Anche imbottigliare acqua, quando si cominciò, sembrava ridicolo”. Nella lista di chi ha investito nell’iniziativa figura altresì lo svizzero Moritz Krahenmann, il quale preleva aria dalle montagne elvetiche e la rivende, in bottiglia, al costo di 25 dollari.
Anche gli italiani si sono dati da fare
Vi sono poi due italiani, Davide Pitzolu e Isabella Aloisi, i quali campionano aria da luoghi quali lago di Como e Cinque Terre. 60 euro a lattina. Il loro brand è Breathaly, che, in inglese, suona tipo “respira l’Italia”. Gli esperti hanno talvolta espresso il proprio dissenso, come Maria Neira, ex direttrice del dipartimento di Salute pubblica dell’OMS, la quale chiosò: “è come accettare ciò che dovrebbe essere inaccettabile. Quando ti trovi in una città in cui l’aria è totalmente inquinata e cerchi di risolverla con la tua bomboletta è come se accettassi che respirare aria malsana sia qualcosa di normale”.