Dal 18 giugno a Lamezia Terme andranno in mostra oltre 40 opere d’arte di grandi maestri del Novecento confiscate alle mafie. L’esposizione, intitolata Visioni Civiche – L’arte restituita. Dalle opere confiscate alle mafie al bene comune, sarà aperta al pubblico fino al 28 luglio al Museo Archeologico Lametino.
Le opere sequestrate
La mostra, a cura del professor Lorenzo Canova, promossa dalla Fondazione Trame e dall’Associazione MetaMorfosi, con il patrocinio del Ministero degli Interni e il sostegno della Fondazione CDP, verrà inaugurata il 18 giugno alle 18 in occasione della tredicesima edizione del Festival dei libri sulle mafie Trame.
Le opere sono state sequestrate a Gioacchino Campolo, boss mafioso “re dei videopoker”, e Gennaro Mokbel, finanziere vicino alla Banda della Magliana, nel 2010, e non sono state mai esposte finora.
Tra gli artisti in esposizione figurano alcuni dei grandi nomi del Novecento come Giorgio De Chirico, Antonio Ligabue, Paul Kostabi, Michele Cascella, Michele Cassinari, Cesare Berlingeri, Massimo Catalani, Luca Dall’Olio, Marco Lodola, Max Marra, Paolo Porelli, Pietro Annigoni, Franz Borghese e Bruno Caruso. Testimonianza del fatto che i boss mafiosi avevano un vero e proprio “debole” per l’arte, a tal punto che non riuscivano a resistere alla tentazione di aggiungere pezzi alla loro collezione privata.
Nel percorso espositivo non sono presenti solo opere autentiche. Ci sono, infatti, anche quadri falsi come quello “che vuole contraffare un dipinto di Giorgio Morandi. Un documento paradossale che ci fa capire come anche i criminali possano, con ogni probabilità, essere vittime di una truffa”, ha spiegato il professor Canova.
Una mostra di alto valore civile e di impegno per la legalità
“Questo progetto non nasce come una mostra tradizionale, ma come un segno fondato sulla forza simbolica delle arti visive, uno spazio di legalità e di condivisione civica nato da due nuclei di opere d’arte confiscate alle mafie: quello di Gioacchino Campolo e quello di Gennaro Mobkbel”, racconta Canova.
Per Nuccio Iovene, presidente della Fondazione Trame ETS, lo scopo principale della mostra è di mantenere alta l’attenzione sulla mafia e sulla sua capacità di infiltrarsi in qualunque settore, anche quelli che in apparenza sembrano lontanissimi come quello del mercato dell’arte.
Anche Pietro Folena, presidente dell’Associazione MetaMorfosi, sottolinea l’importanza della mostra. “MetaMorfosi con questa esposizione realizza l’obiettivo più significativo di un lungo cammino: affiancare alla produzione di mostre classiche e contemporanee una vocazione civica, individuando nelle esposizioni e nella divulgazione dell’arte e della cultura una straordinaria leva contro l’illegalità, la criminalità, le mafie e ogni forma di sopruso e di prepotenza”.
Visioni Civiche – L’arte restituita. Dalle opere confiscate alle mafie al bene comune è visitabile dal 18 giugno al 28 luglio al Complesso Monumentale di San Domenico presso il Museo Archeologico Lametino.