Soffiare sulla candelina aumenta la popolazione batterica della torta del 1440 percento

da | Lug 16, 2024 | Scienze e Tecnologia

Ogni compleanno che si rispetti ha un cerimoniale collaudato da tempo immemore: il soffio della candelina… Nel compiere il gesto il festeggiato affida alla fiammella un desiderio, mentre l’auspicio degli invitati è che, dalla sua bocca, si levi la minor quantità di saliva durante l’espirazione. Ma c’è una scomoda verità della quale prendere consapevolezza: assieme a una fetta di torta si rischia di consumare anche le secrezioni di chi c’ha soffiato sopra. Su questo fenomeno ha indagato la Clemson University della Caroline del Sud, che, attraverso uno studio pubblicato sul Journal of Food Research, ha diffuso i sorprendenti risultati.

L’esperimento

Avvalendosi del contributo di un volontario 17enne, i ricercatori hanno prelevato dei campione della sua torta di compleanno per sottoporli ad accurati esami di laboratorio. L’esito ha dell’incredibile: lo spegnimento del cerino aumenterebbe la popolazione batterica del dolce del 1440 percento. Durante il gesto infatti avverrebbe una copiosa migrazione di microbi dal cavo orale del festeggiato alla superficie della pietanza, che diverrebbe un vero e proprio ecosistema denso di vita. Paul Dawson, autore della ricerca, ha spiegato: “è molto probabile che spegnere le candeline porti a dover condividere con gli altri invitati i microrganismi presenti nel tratto respiratorio del festeggiato. Alcune persone soffiano e non trasferiscono alcun batterio mentre altre, per qualsivoglia ragione, spargono un sacco di microbi”.

Eredità degli antichi Egizi

L’indagine crea diffidenza attorno a un’usanza che affonda le radici nella notte dei tempi; si suppone che essa sia addirittura un lascito degli antichi Egizi, che erano soliti associare la nascita alla luce. Ed ecco che ad oggi interviene il flebile bagliore di un cerino, sulle nostre torte celebrative, a simboleggiare il faro dell’esistenza. Ma sarà il caso di rinunciare alla tradizione? Dawson sostiene di no, invita però a perpetuarla con riserva. Chi è malato dovrebbe preventivamente astenersi dal soffio. Il luminare, prosegue: “il soffio della candelina, dal mio punto di vista, non rappresenta una preoccupazione per la salute e probabilmente, anche ripetendolo 100mila volte, il rischio di ammalarsi sarebbe davvero minimo”.

200 specie di microrganismi in bocca

Del resto la nostra bocca ospita qualcosa come 200 specie di microrganismi, non stupisce che parte di essi non aspetti altro che concedersi una trasferta; tra lingua, denti e gengive si annida una quantità di batteri pari a circa 50 miliardi. Da quelli cattivi il nostro sistema immunitario potrebbe essere bravo a difendersi, ma se capitassero in bocca a un soggetto fragile, impreparato all’attacco? Tuttavia diciamocelo: in un’epoca che ha smarrito il gusto per le antiche usanze vale la pena difendere quelle poche che, nella forma più autentica, sono giunte fino a noi. In fondo cosa c’è di più romantico di una bocca che si sporge, protesa ad una fiamma accesa, come a baciare, in uno slancio di improvvisa gratitudine, il dono della vita che si perpetua?